Lo smaltimento e la tracciabilità dei rifiuti è uno degli argomenti più importanti nell’agenda se si vuole parlare di economia sostenibile e di un approccio consapevole ai problemi di inquinamento del pianeta. Proprio per questo noi di IT Risorse aspettavamo davvero con ansia di poter vedere in azione il RENTRi o Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti, il nuovo modello che dovrà sostituire il SISTRI.
Finalmente si da voce al bisogno di applicare al settore ambientale ed ecologico la stessa digitalizzazione che si sta sviluppando in tutte le aree della PA e al bisogno di attuare le direttive europee in questo ambito. Per fornirti un quadro completo e ben esaustivo su questo argomento oggi andremo a indagare tutte le principali novità introdotte dal nuovo registro elettronico e cercheremo di capire, insieme, come funziona.
Cos’è il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti
Il RENTRi è il nuovo registro digitale che terrà traccia di tutti i documenti riguardanti la tracciabilità dei rifiuti. Uno dei più importanti passi avanti è proprio il passaggio dal cartaceo al digitale, questo comporterà diversi benefici:
- Un ambiente più smart entro il quale muoversi.
- Maggior facilità di controllo.
- Riduzione degli sprechi e protezione dell’ambiente.
Con il nuovo prototipo di registro il passaggio a una gestione informatica della tracciabilità e della gestione dei rifiuti diverrà obbligatorio per ogni realtà e non sarà più solo discrezionale.
Qual è la struttura del RENTRi?
Entriamo più nel dettaglio e cerchiamo di capire quali saranno le sezioni che effettivamente sono presenti nel nuovo registro nazionale dei rifiuti.
La struttura su cui si basa la piattaforma sarà composta da due macro-sezioni ovvero quella Anagrafica, che raccoglierà tutti i dati degli iscritti nonché le autorizzazioni ambientali, e la sezione dedicata alla Tracciabilità dove verranno raccolti tutti i dati riguardanti i rifiuti, il loro trasporto e lo smaltimento.
Chi gestirà il RENTRi?
La gestione del nuovo registro elettronico sarà di diretta responsabilità del Ministero della Transizione Ecologica e prevederà la gestione completamente digitalizzata dei formulari di identificazione dei rifiuti e dei registri di carico e scarico.
Il compito più importante del registro, che IT Risorse spera sia implementata il più possibile, sarà quello di garantire una trasmissione in tempo reale e continua a quelli che sono gli organi di vigilanza preposti alla gestione dei rifiuti.
Chi dovrà iscriversi al RENTRi?
Secondo quanto è possibile intuire i soggetti obbligati ad aderire al nuovo registro nazionale saranno gli stessi che oggi hanno obbligo di legge alla compilazione di:
- MUD.
- Formulari origine dei rifiuti.
- Registri di carico e scarico.
I soggetti ai quali ad oggi è fatto obbligo di iscrizione sono le imprese e gli enti di rifiuti pericolosi, tutti i soggetti abilitati al recupero e allo smaltimento dei rifiuti. Inoltre, dovrà iscriversi chiunque effettua a titolo professionale l’attività di trasporto e raccolta dei rifiuti, gli enti, i consorzi e le aziende che si occupano di riciclaggio e recupero dei rifiuti.
Infine; commercianti e intermediari di rifiuti di qualsiasi natura e genere (anche senza detenzione).
Il prototipo del RENTRi: facciamo il punto della situazione
Il nuovo registro deve essere visto come una splendida opportunità di dare il via a una vera economia circolare basata sulla tracciabilità, la trasformazione e il riuso dei rifiuti di ogni tipo.
Uno smaltimento consapevole permetterà di salvaguardare il futuro del pianeta e l’ecosistema nel quale viviamo. Il termine della sperimentazione del programma sarebbe dovuto terminare nel 2021 ma in realtà non esiste ancora una data certa per l’entrata in vigore anche se si presume e si spera sia entro e non oltre l’inizio del 2023.